TERAPIA FORESTALE

Francamente pensavo di iniziare questi miei pensieri in modo diverso.
Partiamo con un po’ di self-disclosure: tanti buoni propositi per questo periodo di vacanza e riposo, e invece un covid brutto come una tempesta nel mare, isolamento durante le feste e aggiungiamoci un po’ di preoccupazioni, ecco che nel pentolone della strega bolle la pozione perfetta, che in confronto la polisucco è acqua brillante, e la trasfigurazione è dietro l’angolo (con annessi e connessi ovviamente).
E poi, invece che trasformarmi nella belva feroce che avrei tanto voluto diventare, ho deciso che sarei dovuta andare in montagna.
Sono sempre stata appassionata dell’ambiente montano, ma qualche anno fa mi ci sono avvicinata in modo più approfondito e consapevole, imparando a conoscere e riconoscere ambienti, rischi e potenzialità.
E ho sperimentato su me stessa che stare nei boschi mi faceva un gran bene.
Quindi, presto fatto, via nel bosco.
Ora direte, si vabbè, la fai facile…vai nel bosco e passa lo stress? Non per tutti in effetti.
Il termine “biofilia” ci viene qua in aiuto: biofilia è l’innata tendenza a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente.
Più siamo connessi con la Natura, e più scegliamo ambienti selvatici, che divengono così luoghi rigenerativi. Non tutti però abbiamo lo stesso grado di connessione con la natura, qualcuno preferisce gli ambienti domestici, che divengono i luoghi in cui ci si rigenera maggiormente.
Ricordiamo sempre di rispettarci. Non siamo tutti uguali.
Negli ultimi anni sono nate molte iniziative volte alla promozione del benessere attraverso la frequentazione degli ambienti boschivi e nel 2020 l’ONU ha riconosciuto la frequentazione degli ambienti forestali come una pratica di medicina preventiva, con effetti ad ampio spettro sulla salute mentale e fisica.
Scoperto questo mi sono decisamente incuriosita e ho cominciato a documentarmi.
Ma vediamo un po’ cosa succede nel bosco.
Un interessante lavoro di ricerca e studio che coinvolge sinergicamente il CAI (Club Alpino Italiano) e il CNR, (Consiglio Nazionale delle Ricerche) mostra come le diverse componenti dell’ambiente forestale sono recepite dal nostro organismo attraverso i 5 sensi che ricevono stimoli che agiscono in modo sinergico.
La vista di colore e forme delle piante, insieme alle forme naturali degli elementi del paesaggio favorisce e promuove il rilassamento psicofisico e la diminuzione dello stress; il contatto attraverso il tocco con il legno, le foglie e altri elementi della natura produce un affetto calmante agendo sul sistema parasimpatico; udire le foglie al vento e il suono dell’acqua corrente promuove il rilassamento psicofisico. Lo sapevate poi che dagli alberi della foresta vengono rilasciati i BVOC? Senza entrare nello specifico che poi diventa difficile, i BVOC sono dei composti organici volatili biogenici che vengono emessi dalle piante e che hanno degli effetti positivi per l’uomo.

Non lo trovate incredibilmente strabiliante? Io ne sono affascinata e per questo ho deciso di approfondire e studiare i crescenti lavori che riguardano questo “giovane” tema della terapia forestale.
Personalmente, per tornare al mio incipit, dopo la mia sessione autonoma di terapia forestale, lo sguardo su un paesaggio vasto e incontaminato, il bosco, le montagne, mi sono sentita decisamente meglio!
Per chi volesse approfondire o fosse solo curioso di leggere qualcosina sulla terapia forestale lascio qualche riferimento al termine.
Agli interessati, tenete d’occhio il blog. Vi terrò aggiornati sugli approfondimenti e sulle esperienze del Centro Faros in montagna!

E con questo siamo al 4 gennaio, una buona ripresa a tutti.
Ps: Non ho scattato fotografie nel mio ultimo giro, troppo intenta ad assaporare il piacere della foresta. Ma vi regalo uno scatto a me caro, un panorama che a me ha fatto un gran bene.

Laura

 

 

Per approfondimenti:

https://csc.cai.it/argomenti/terapia-forestale/

An Individual’s Connection to Nature Can Affect Perceived Restorativeness of Natural Environments. Some Observations about Biophilia”, Rita Berto, Giuseppe Barbiero, Pietro Barbiero e Giulio Senes