a cura della dott.ssa Marianna Esposito e del dott. Simone Kalman
Durante le scorse settimane abbiamo giocato con le funzioni attentive e con i processi di memoria. Questa settimana tocca al linguaggio. Per tutti “linguaggio” vuol dire “parlare”. È di più: trasmettere i propri pensieri (o raccontarli a se stessi), verbalizzare le proprie idee, esprimere una scelta (“Per me una margherita, grazie!”); ma è anche protestare o litigare. Le competenze linguistiche si fondano su alcune capacità di base: un vocabolario sufficientemente esteso, saper ordinare le parole una dietro l’altra per costruire una frase, saper smontare e rimontare i suoni delle parole per modificarne il senso. Ma c’è di più: la comunicazione si realizza nel continuo scambio tra due o più persone: non è solo parlare, ma anche ascoltare, riflettere, confrontare. Parlare bene non è solo una questione di pronuncia: è anche riconoscere la differenza tra un amichevole “ciao” e un composto “buongiorno”. Avete riscaldato la voce e la lingua? Bene, si comincia!
1. Proviamo qualcosa di nuovo?
• Dammi tre parole: una rivisitazione degli indovinelli. Prepariamo una lista di parole da indovinare: oggetti d’uso comune, luoghi, concetti astratti. Ma perché no anche cose più strampalate: un igloo, la Regina Elisabetta, … a turno si pesca dall’elenco; facciamo indovinare agli altri partecipanti la parola estratta, usando solo TRE parole. Riusciremo a essere efficaci nella descrizione?
• Bastian contrario: chi ha la lingua più veloce del West? A turno un partecipante dice una parola, l’avversario deve trovare velocemente il contrario. Perde chi rimane…senza parole.
• Storie pazze: prepariamo tre dadi (su internet ci sono molte risorse da stampare che ci possono fare comodo). Su un dado, per ciascuna faccia, scriveremo UN PERSONAGGIO (Batman, un gatto, la vicina di casa, …). Su un altro dado scriveremo un’AZIONE (mangia, corre, frigge, …). Sul terzo dado scriveremo un LUOGO. Ciascun giocatore ha un foglio davanti a sé. Si tira il dado: tutti scrivono una frase che contenga la parola ottenuta. Poi si piega il foglio in modo da nascondere la frase scritta, e si passa il foglio al giocatore accanto. Si lancia nuovamente il dado: ciascun giocatore prosegue con la propria storia (ma sul foglio di qualcun altro…). Quali storie verranno fuori?
2. I sempreverdi
• Nomi cose città: un grande classico, per allenare la fluidità nella rievocazione delle parole.
• Catena di parole: per allenare la capacità di manipolare la forma sonora delle parole. Io dico CANE, tu dici NESPOLA, io dico LABIRINTO, …
• Indovinelli: quanti indovinelli conosciamo? Quanto siamo bravi a utilizzare gli indizi linguistici a nostra disposizione per intuire la risposta? Mettiamoci alla prova!
• Taboo: un gioco famosissimo e diffusissimo, che allena la
capacità di fornire definizioni precise…divertendoci!
2. Uno sguardo al passato: attività della tradizione e del folklore
Molti giochi della tradizione popolare, nella loro semplicità, sono preziosi strumenti per stimolare simultaneamente più capacità cognitive: la memoria, il linguaggio, la coordinazione…
• Alfabeto farfallino: lo abbiamo usato tutti, illudendoci di non farci capire “dai grandi”. È un ottimo gioco per allenare la capacità di manipolare i suoni che formano le parole. Una veloce rinfrescata: ciascuna parola va divisa in sillabe, e per ciascuna sillaba se ne aggiunge un’altra che inizia con F e termina con la stessa vocale. Un esempio: CASA → CA – SA → CAFA SAFA. Quindi: buon divertimento → bufuonfon difiverfertifimenfentofo.
• Non morderti la lingua: scioglila! Chissà se riesci a leggere questi scioglilingua senza inciampare fra le parole! Proviamo?
– Chi ama chiama chi ama, chiamami, tu che chi ami chiami. Chi amo chiamerò se tu non chiami.
– In un pozzo poco cupo si specchiò una volta un lupo, che nel cupo pozzo andò a sbattere di cozzo con un cupo tonfo fioco da smaltire a poco a poco e credette di azzannare un feroce suo compare, ma rimase brutto e cupo il feroce lupo.
– Filastrocca sciogligrovigli con la lingua ti ci impigli ma poi te la sgrovigli basta che non te la pigli.
– Filo fine dentro il foro, se l’arruffi non lavoro, non lavoro e il filo fine fora il foro come un crine.
– Guglielmo coglie ghiaia dagli scogli scagliandola oltre gli scogli tra mille gorgogli. – Ho in tasca l’esca ed esco per la pesca, ma il pesce non s’adesca, c’è l’acqua troppo fresca. Convien che la finisca, non prenderò una lisca! Mi metto in tasca l’esca e torno dalla pesca.
– Sa chi sa se sa chi sa che se sa non sa se sa, sol chi sa che nulla sa ne sa più di chi ne sa. – Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa.
– Sotto un cespo di rose scarlatte offre il rospo té caldo con latte. Sotto un cespo di rose paonazze tocca al rospo sciacquare le tazze.
– Stiamo bocconi cogliendo cotoni, stiamo sedendo cotoni cogliendo.
– Quanti rami di rovere roderebbe un roditore se un roditore potesse rodere rami di rovere?
– Il cuoco cuoce in cucina e dice che la cuoca giace e tace perché sua cugina non dica che le piace cuocere in cucina col cuoco. Variante! Prova a leggerli prima sottovoce, poi normalmente e infine ad altissima voce: noti cambiamenti? Divertiti a mescolare i toni di voce per ogni scioglilingua: la risata è assicurata.
4. Il nuovo che ci piace
Con la guida dei genitori e per periodi limitati nel corso della giornata, anche il tablet e le nuove tecnologie forniscono attività utili e sicure. Per quanto riguarda il linguaggio, è importante ricordare che impariamo a parlare…parlando. È l’interazione con qualcun altro che ci permette di sviluppare in modo solido e completo le abilità linguistiche. Programmi in TV e app possono sostenere l’espansione del vocabolario ma non potranno mai sostituire lo scambio in carne ed ossa. Ben venga l’utilizzo della tecnologia, ma preferibilmente in presenza di un adulto. Ecco uno spunto:
• Duolingo: una app interessante per imparare una nuova lingua. Un buon modo per imparare nuove parole e frasi idiomatiche. Ci piace per la varietà di attività che propone!
5. Per approfondire
Parliamo sempre, tanto e con tutti. Ma conosciamo davvero il
significato delle parole che usiamo? Ecco un sito che, giorno
per giorno, ci avvicina al significato delle parole di uso
quotidiano, ma anche quelle meno frequenti. Proviamo a
rileggere le nostre parole con occhio poetico e meravigliato:
https://unaparolaalgiorno.it/