In attesta che questa bizzarra estate arrivi davvero mi è capitato spesso di pensare al viaggio e al suo potente significato simbolico. Con l’arrivo dell’estate arrivano le tanto desiderate vacanze …
Tanto desiderate?
Le vacanze diventano il momento per concentrare il bisogno di relax, tempi lenti o per soddisfare curiosità e sete di avventura.
Per qualcuno sono fonte di stress e aspettative da soddisfare. Ognuno è portavoce del proprio vissuto. In un’epoca in cui tutto si fa veloce e immediato sembra difficile pensare di ritornare a visitare luoghi in apparenza conosciuti, con la sensazione che non possano proporci nulla di nuovo.
Ci sono davvero molte lenti con le quali si può guardare questa esperienza.
E allora ho pensato, quanto sarebbe interessante creare un collage del proprio viaggio? Che sia dall’altra parte del mondo o nell’abbraccio di un luogo conosciuto.
Nel lavoro terapeutico l’utilizzo del collage viene proposto come strumento analogico nel processo di ri-narrazione del proprio viaggio ed è pensato come la possibilità di delegare all’immagine la comunicazione di emozioni profonde, sfruttando il suo potere evocativo ed immaginativo, come un viaggio ripercorso che assume colori e forme potenzialmente nuovi.
Creare un collage significa cogliere intuitivamente quelle potenzialità alternative che consentano di immaginare diversamente il materiale già a disposizione attivando un pensiero divergente rispetto a quanto si è soliti fare.
“Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.” Josè Saramago, Viaggio in Portogallo.
Quindi, al via le macchine fotografiche, forbici alla mano e buon collage a tutti!
Ci rivediamo a settembre!